L’Associazione Ovidio Onlus: una storia di solidarietà e cultura che continua

L'Associazione Culturale Italo-Romena “Ovidio” Onlus ha svolto un ruolo di primaria importanza sin dalla sua fondazione il 30 giugno 2003.  La storia dell'Associazione Ovidio Onlus è intrinsecamente legata a Torino, dove è nata. Durante i suoi primi anni di attività, l'associazione ha collaborato attivamente con numerose altre organizzazioni del territorio torinese, concentrandosi principalmente su iniziative di carattere sociale.

I primi anni di attività dell'associazione sono stati dedicati alla fornitura di servizi di assistenza e supporto alla comunità romena. È stato un periodo cruciale, in quanto molte persone dalla Romania stavano cercando rifugio in Italia, soprattutto in Piemonte, a causa della situazione politica ed economica instabile nel paese d'origine. L'Associazione si è impegnata nella prima accoglienza di queste persone, offrendo supporto e assistenza in una situazione di emergenza.

Nel 2005, il 29 luglio, l'associazione ha trasferito la sua sede a Chieri. Questo spostamento è stato richiesto dal Comune di Chieri, che necessitava assistenza per l'accoglienza dei cittadini romeni appena arrivati. Chieri è diventata il nuovo centro di operazioni dell'associazione, che ha ampliato ulteriormente la sua portata. Nonostante le sedi dell'associazione siano state inizialmente a Torino e successivamente a Chieri, l'Associazione Ovidio ha lavorato sodo su tutto il territorio piemontese.

Dopo il trasferimento a Chieri, l'associazione ha proseguito con le sue attività sociali, che sono state fondamentali per l'accoglienza e l'integrazione della comunità romena in Italia, soprattutto prima del 2007, quando la Romania è entrata a far parte dell'Unione Europea.

Parallelamente alle iniziative di supporto sociale, l'Associazione Ovidio ha cominciato a investire in attività culturali. Questi progetti hanno portato a Chieri e in tutto il Piemonte gruppi artistici di grande eccellenza provenienti dalla Romania, contribuendo alla promozione della cultura romena in Italia. Tra questi si annoverano: il gruppo folcloristico “Datina” di Cluj, nel luglio 2005, insieme ad altri gruppi di ballo popolare; il coro “Psalmodya Transilvanica” di Cluj nel novembre dell’anno successivo; il coro maschile “Corul Barbatesc” di Finteusu Mare nel novembre 2007 e il coro di bambini “Allegretto” di Bucarest. Si ricorda, inoltre, la partecipazione dell’associazione al “Festival Internazionale del Teatro di Strada” di Chieri con “Brezaia” dell'Università di Arte di Iasi “George Enescu“, nel giugno del 2006.

Un punto di grande orgoglio per l'associazione è stato anche lo spettacolo teatrale “O seara la Tanase,” che ha riempito il Teatro Nuovo di Torino con oltre mille spettatori. Lo spettacolo presentava star del calibro di Stela Popescu e Alexandru Arsinel. Inoltre, va menzionato l'evento “Floarea Tineretii” del giugno del 2009, che ha portato tantissimi ragazzi, in particolare, due gruppi folcloristici composti da circa 80 ragazzi provenienti dalla Bucovina e dal Maramures, ad esibirsi a Chieri e Torino in Piazza Castello.

L'Associazione Ovidio ha anche coltivato solide collaborazioni con la Città di Chieri e con l'Ufficio Cultura della Biblioteca. Ha anche agito per garantire alla comunità romena la libertà di culto e di professare la religione ortodossa, con l'apertura della Parrocchia nella centrale Piazza Mazzini. Inoltre, l'associazione è stata attivamente coinvolta in azioni di assistenza sociale a favore dei soggetti svantaggiati, sostenendo le famiglie in difficoltà e promuovendo iniziative umanitarie, come la campagna “Un Letto per gli Ospedali in Romania” che ha portato 90 letti di ospedale nelle strutture sanitarie romene.

Nel corso degli anni, l'Associazione Ovidio Onlus è cresciuta, continuando a svolgere un ruolo cruciale nella promozione della cultura romena in Italia, nell'agevolazione della convivenza tra diverse comunità e nell'aiuto a coloro che ne hanno bisogno. La sua storia è una testimonianza di impegno, solidarietà e cooperazione tra le comunità.

Continuiamo a scoprire la storia dell’associazione.

 

 

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